Tutto quello che c’è da sapere sull’APE sociale
APE Il cosiddetto anticipo pensionistico, è un progetto sperimentale che consente il prepensionamento, senza alcun onere economico, a specifiche categorie di lavoratori che abbiano raggiunto almeno i 63 anni di età.
La sperimentazione, la cui durata era stata inizialmente fissata fino al 31 dicembre 2018 (con possibilità di proroga per l’anno successivo), è stata estesa dapprima anche per il 2019 e per il 2020 e, quindi, a seguito della Legge di Bilancio per il 2021, anche per l’anno in corso.
APE : Chi ne ha diritto?
Possono fare richiesta di APE sociale tutti lavoratori dipendenti (del settore pubblico o privato), ai lavoratori autonomi o ai parasubordinati iscritti alla Gestione Separata INPS, che si trovino in una delle condizioni di particolare tutela individuata dal legislatore.
Spetta dunque:
- ai disoccupati involontari (licenziati) che abbiano esaurito integralmente la prestazione per disoccupazione o mobilità da almeno 3 mesi;
- ai soggetti che assistano, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (legge n. 104/1992) e, dal 2018, anche un parente o un affine di secondo grado convivente;
- qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età, oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- agli invalidi civili che presentino una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni sanitarie, almeno pari al 74%;
- ai lavoratori dipendenti che svolgano da almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure almeno 6 anni negli ultimi 7, attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento:
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- conduttori di gru, di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- conciatori di pelli e di pellicce;
- conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- conduttori di mezzi pesanti e camion;
- professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche o ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- addetti all’assistenza di persone in condizioni di non autosufficienza;
- professori di scuola pre-primaria;
- facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
- operai siderurgici*;
- braccianti agricoli*;
- lavoratori marittimi*;
- pescatori* (*dal 2018).
Prerequisito fondamentale
Non essere già titolari di pensione diretta né in Italia né all’estero, è poter far valere un minimo di 30 anni di contributi (36 anni per chi svolge attività gravose).
Attenzione!
- A partire dall’1 gennaio 2018 le lavoratrici madri hanno diritto a un ulteriore “sconto” di un anno per ogni figlio, entro un massimo di due anni.
es: una madre di due figli potrà quindi ad esempio accedere al beneficio anche con un’anzianità contributiva di 28 anni (34 nel caso di svolgimento di attività gravose.
- La necessità di cessare l’attività di lavoro alla richiesta del beneficio non va confusa con la (successiva) possibilità di cumulare l’assegno pensionistico così ottenuto con redditi da lavoro.
Come funziona l’APE sociale?
A differenza dell’ormai pensionata APE volontaria (non rinnovata alla fine del 2019), che prevedeva un vero e proprio prestito bancario (gravato peraltro da un premio assicurativo) da restituire nell’arco di vent’anni.
L’APE sociale si concretizza in un sussidio di accompagnamento alla pensione, entro un tetto di 1.500 euro lordi (circa 1.200 euro netti), erogato per 12 mensilità e non rivalutabile in base dall’inflazione. Il sussidio è interamente a carico dallo Stato: non si tratta quindi di una prestazione previdenziale vera e propria, ma piuttosto di un aiuto economico elargito unicamente a soggetti in particolare stato di bisogno.
2 risposte
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