PIATTAFORME PETROLIFERE
Una piattaforma petrolifera è un’imponente struttura utilizzata per l’esplorazione di aree marine in cui sono locati potenziali giacimenti di idrocarburi.
Entrambe le piattaforme condividono alcune strutture:
- Eliporto, costituito da una piattaforma dedicata all’atterraggio di elicotteri spesso avente forma circolare o ottagonale e sovente costruita in modo da essere distaccata dal corpo dell’impianto per ragioni di sicurezza e ad esso collegata tramite piloni metallici. Ciò garantisce una maggior distanza delle componenti d’ingombro aereo dal luogo di atterraggio e riduce le possibilità di propagazione di eventuali incendio dall’elicottero all’impianto (per esempio nel caso di caduta, incidente o guasto grave con fiamme libere)
- Dotazione di speciali battelli di evacuazione del personale dall’impianto in caso di emergenza
- Una o più gru per il carico a bordo e lo scarico di materiali da parte delle navi di supporto alla piattaforma
- Gruppi elettrogeni per la produzione dell’energia elettrica necessaria
- Alloggi per il personale, con sala mensa, cucina e sala ricreativa
- Torre di perforazione: sempre presente nelle piattaforme di perforazione, può essere assente nelle piattaforme di produzione qualora siano posizionate in un campo in cui i pozzi siano stati perforati precedentemente oppure possono essere rimosse qualora lo sviluppo del campo sia stato completato e non si prospettino altre occasioni di loro utilizzo.
- Blowout preventer, solitamente abbreviati BOP, per prevenire eventuali eruzioni del pozzo su cui si opera.
Piattaforme di perforazione
Piattaforme di produzione
Sono impianti decisamente imponenti, costruiti o assemblati nei pressi del pozzo da mettere in produzione. Esse sono solidali al fondale marino in quanto fissate allo stesso per mezzo di pali e fondazioni di notevoli dimensioni che garantiscono un grado di vincolo molto elevato. Questo permette alle piattaforme di produzione di resistere e non collassare anche in condizioni di mare molto sfavorevoli e di poter continuare l’estrazione degli idrocarburi praticamente in ogni condizione climatica. Tuttavia questo è anche un limite perché, diversamente dalle piattaforme di perforazione, non possono essere spostate agevolmente in quanto ciò richiederebbe di smontarle completamente e riassemblarle in un altro sito nel momento dell’esaurimento del giacimento. Di norma occorrono tre anni per realizzare uno di questi impianti quindi una piattaforma di produzione rimane sempre nello stesso posto. Comunemente da un’unica piattaforma vengono realizzati più pozzi, molto spesso deviando da un pozzo principale. La moderna tecnologia di perforazione permette di realizzare pozzi con traiettorie non solo rettilinee e verticali, ma anche fortemente inclinate e con cambi di direzione, sino ad arrivare a pozzi con tratti orizzontali. Ultimamente le piattaforme non più produttive a causa dell’esaurimento dei giacimenti sono utilizzate in alcuni casi come stazioni meteorologiche o di ricerca.
A differenza di quello che si pensa generalmente, non tutte le piattaforme sono di proprietà delle compagnie petrolifere.
Questo perché per ogni lavoro esistono società specializzate che hanno acquisito negli anni competenze specifiche nelle varie aree di lavoro e che operano nel campo del petrolio per conto terzi.Raramente le piattaforme di perforazione appartengono alle compagnie petrolifere che si appoggiano a fornitori specializzati in questo tipo di attività. Questi fornitori sono detti contractor e sono società, generalmente quotate in borsa, che investono in mezzi di perforazione e li affittano alle compagnie petrolifere che li impiegano nella zona dei giacimenti. Oltre all’impianto, il contractor fornisce anche l’equipaggio, dal comandante ai marinai, oltreché naturalmente il team di operai che si occupa della perforazione e dei tecnici che li gestiscono. Vista la crescita di Paesi emergenti come Cina, India e Brasile, che rilanciano in continuazione la domanda di petrolio, i contractor hanno alzato notevolmente le tariffe dei loro mezzi.
Gli idrocarburi comunque non appartengono al contractor, ma al cliente, ossia alla compagnia petrolifera.